دانلود کتاب L’idiota in politica. Antropologia della Lega Nord
by Lynda Dematteo
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عنوان فارسی: اشتباه در سیاست. انسان شناسی لیگ شمالی |
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Dall'interno:
Umberto Bossi non si oppone affatto al potere costituito, contribuisce al suo rinnovamento, come prova la sua partecipazione ai governi Berlusconi. E' stato, in realtà, una figura di transizione: ha contribuito ad accelerare la fine della Democrazia cristiana e ha prefigurato la nuova tipologia di destra rappresentata oggi dal leader del P.D.L.
L’affinità nei modi di pensare e di agire dei due politici lombardi non è affatto casuale: nonostante la diffidenza, traggono ispirazione reciproca. Sono affascinati l’uno dall’altro. Secondo Bossi, Berlusconi è il «vero leader», «il Berluskaiser». Secondo Berlusconi, Bossi è un «furbetto». Condividono entrambi la convinzione populista secondo cui l’elezione diretta li esenterebbe dal rispetto delle regole istituzionali. Sembrano entrambi due «soggetti fuori posto» che occupano impropriamente posizioni di potere. Con stile diverso inanellano goffaggini, per la grande soddisfazione dei loro sostenitori - «Finalmente qualcuno che dice ad alta voce ciò che tutti pensano soltanto» - e la costernazione di tutti gli altri. Piacciono perché rompono gli usuali schemi della vita politica: Bossi perché è violento e volgare, Berlusconi perché cerca di imporre all’universo istituzionale le sue regole da imprenditore. I loro comportamenti eccessivi suscitano la soddisfazione di coloro che rifiutano le istituzioni.
Silvio Berlusconi segue una strategia di comunicazione già provata da Bossi. Il Cavaliere ricorre al rovesciamento per falsare meglio i termini del dibattito attorno al conflitto d’interessi creato dalla sua presenza alla guida del governo. Presentandosi come vittima di un complotto comunista, riesce a schivare gli attacchi nemici e giustifica la «caccia alle streghe» che conduce in ambito mediatico. Respingendo in modo sistematico le accuse che gli sono mosse dagli avversari, confonde la vera posta in gioco. Questa modalità mina la fiducia e snatura le istituzioni democratiche pur mantenendone le forme, poiché gli elettori non possono che aderire incondizionatamente alle opinioni dei loro schieramenti di riferimento. In realtà, l’imbroglio offende ogni possibilità di dibattito democratico. Si tratta di una strategia perversa di formidabile efficacia: confondendo i termini di riferimento politici, si impedisce alle persone di pensare con la propria testa.