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Pier Paolo Pasolini ha rivelato precocemente il suo interesse per l'educazione dell'individuo e della collettività. Uomo di scuola fin dagli anni friulani, quando nel 1949 la sua omosessualità venne drammaticamente resa pubblica da una denuncia, il trauma dell'espulsione dal Pci non fu di certo inferiore a quello del forzato abbandono dell'insegnamento. La vocazione pedagogica di Pasolini, animata – ha scritto Andrea Zanzotto – dall'"inquieta genialità del giovane professore", è il privilegiato ma non espulsivo oggetto d'indagine di questo libro: il primo che si occupa sistematicamente della materia senza tuttavia trascurare altri ambiti di un'attività creativa tra l epiù intense del secondo Novecento. Dai romanzi alle poesie, dal teatro alla saggistica, dalle lettere al giornalismo, il discorso educativo di quel maestro "naturale" che fu Pasolini è qui analizzato con rigorosa fedeltà ai testi. Scrittore eminentemente autobiografico, non si limita a rappresentare gli stadi evolutivi dei suoi personaggi attraverso le istituzioni didattiche operanti nella società, ma illumina con sapienti strategie le tappe della propria formazione culturale vivendo in una sola ossessione pedagogia, eros, letteratura. Il tragitto esistenziale dal moto del popolo alla società di massa, l'angoscia nevrotica per una civiltà stravolta dall'edonismo consumistico, riflettono antinomie, conflitti, passioni di un individuo in lotta contro il suo demone, l'implacabile e mai sopito desiderio di legittimazione. Fino all'incompiuto, testamentario, postumo Petrolio analizzato in nuove pagine scritte per questa ristampa. Il problema dell'identità esplode qui anche in una moltiplicazione alienante di atti sessuali raffigurata con la serialità compulsava di una pedagogia badiana.