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Dalla sua istituzione ad oggi, l’Unione Europea ha affrontato numerose difficoltà, che hanno generato fratture e crepe nel progetto originario: oggi vediamo minacciati i tre pilastri su cui è costruita l’Europa: libertà, sicurezza e giustizia. In questo quadro, le risposte della politica si sono dimostrate insufficienti: le istituzioni europee sono oggi percepite come distanti dai problemi dei cittadini e viste come una tecno-burocrazia che impone rigidi e dogmatici criteri economici. Se il neoliberalismo come visione del mondo, dominante nelle ultime decadi e oggi in crisi, ci consegna società sempre più diseguali, in cui le opportunità per i molti vanno restringendosi e la forbice tra ricchezza e povertà si allarga, il neonazionalismo – l’“internazionale di neonazionalismi” – offre risposte semplici per società complesse come quelle odierne: In questo quadro, l’identità diventa un identitarismo costruito “contro”: contro l’Unione, contro la possibilità di migrare, contro le libertà e i diritti civili. Le proposte per una maggiore uguaglianza e un maggior benessere, tuttavia, restano il grande assente della retorica neo-nazionalista: ad oggi, infatti, gli sforzi delle nuove destre radicali si indirizzano esclusivamente alla questione migratoria, diventata di fatto emergenza permanente, senza però esserlo per davvero. Il ciclo di seminari ha prodotto risultati oltre le nostre aspettative: il volume indaga l’Europa contemporanea e le prospettive federaliste di rilancio del progetto originario, fornendo al lettore un approccio critico sul tema e proposte attraverso le quali, rilanciando il progetto originario del Manifesto di Ventotene, la crisi dell’Europa potrà trasformarsi in una straordinaria opportunità, se si sarà in grado di riparare le fratture e trarre preziosi insegnamenti dagli accadimenti di questi anni, come nella pratica giapponese del “Kintsugi”, esposta in copertina, che consiste nell’utilizzo di oro o argento liquido per la riparazione di oggetti in ceramica, usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. La pratica nasce dall’idea per cui dalla cura di un’imperfezione o di una ferita possa nascere una forma di perfezione estetica e interiore. I motivi per cui si sono diffusi i movimenti “populisti” in Europa sono quindi analizzati e preso sul serio, in quanto indicatori di uno stato di malessere che penetra in modo sempre più capillare nel tessuto sociale delle popolazioni europee: è infatti in crisi quel patto tra capitale e lavoro che ha generato decenni di benessere delle nostre società e permesso lo sviluppo di questa innovazione politica chiamata Unione Europea: l’unione di stati che si erano combattuti l’un l’altro armati per secoli, con storie, lingue e culture differenti. L’unione però oggi è ostaggio anche degli stessi stati, che per antonomasia amano lo “status quo”, che bloccano ogni passo decisivo per non mettere in discussione pezzi di propria sovranità, osteggiando le proposte dell’organo democratico per eccellenza, il Parlamento. L’unione oggi è identificata con l’austerity perché ha rinunciato a perseguire l’innovazione politica per tamponare le emergenze delle crisi dei debiti sovrani e dei fenomeni migratori: Per questo è necessaria la creazione di un movimento di opinione che innanzitutto rilanci la necessità di perseguire il progetto e di farlo, però, non più nell’interesse di stati ed elites ma in quello del popolo europeo: mantenere la pace all’interno, creare maggiore uguaglianza e sviluppo economico attraverso politiche sociali, avere un’unica voce nei rapporti con l’esterno al fine di non soccombere dinanzi ai sommovimenti che stanno avvenendo a livello mondiale: migrazioni, guerre commerciali, politiche di potenza di USA, Russia e Cina. Il libro è dedicato ad Antonio Megalizzi e Bartek Orent-Niedzielski, giovani giornalisti uccisi in un attentato a Strasburgo, qualche mese fa. Il volume è inserito nella Collana Universitaria: “Filosofia, Innovazione, Democrazia”, diretta da Alessandro Arienzo, nell’ambito dell’indagine che essa porta avanti sull’innovazione politica, ed è stato curato da Adriano Cozzolino, Francesco Iury Forte e Flavia Palazzi. Il testo è nato per iniziativa della Gioventù Federalista Europea di Napoli, ramo giovanile presente in 32 paesi europei del Movimento Federalista Europeo (MFE). Il MFE è un’organizzazione politica apartitica e autofinanziata, fondata a Milano nel 1943 da un gruppo di antifascisti guidato da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, che si rifà all’idea di un’Europa federale, solidale e democratica, cosi com’era stata concepita dai padri fondatori dell’UE e descritta nel Manifesto di Ventotene.