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Un geniale storico arabo, Ibn Khaldun, forniva nel XVI secolo una limpida spiegazione delle ragioni che hanno reso difficile alla civiltà musulmana competere economicamente con l'Occidente e che l'hanno condotta in una situazione rovinosa e frustrante. Questo libro di Pellicani riprende le tesi di Khaldun e propone un percorso originale per andare alle radici del fenomeno della Jihad, indica le “piste” che bisogna battere per comprendere la natura del dramma storico che si sta svolgendo sotto i nostri occhi e dal cui esito dipenderanno le forme che assumeranno le relazioni fra Noi e gli Altri. Con l'aiuto della teoria dell'aggressione culturale di Arnold J. Toynbee – quella stessa che Samuel Huntington ha reso famosa con la formula dello “scontro di civiltà”–, queste pagine portano in primo piano, con evidenza e chiarezza sorprendenti, la crisi di identità che ha colpito i popoli del Dar al-Islam a partire dal momento in cui hanno preso coscienza che il mondo era diventato “l'inferno dei fedeli e il paradiso degli infedeli”. Il testo di Pellicani, scrive Giovanni Sartori nella prefazione, “a differenza dei molti e, anzi, troppi instant books scritti più che altro per essere venduti, arriva sempre a cogliere il fondo dei problemi”.