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Scritto nel 1942, il presente trattato di Messiaen rappresenta una prima sintetica esplicazione dei problemi compositivi affrontati dal compositore nei primi anni di insegnamento. La particolare ricerca linguistica fondata sull’eclettismo e sulla trasformazione di materiali preesistenti ha portato Messiaen a strutturare il trattato in forma di una serie di accenni a molteplici problematiche elaborative che non vengono poi esaurientemente sviluppate o risolte (v. a questo proposito i due articoli di Pierre Boulez raccolti in Points de repère, Paris 1981, tr. it. Punti di riferimento, Torino 1984). La pur copiosa quantità degli esempi riportati nel testo non sempre rende conto di tutti i passaggi a cui Messiaen sottopone i suoi objets musicali dopo averli estrapolati da fonti storiche le più diversificate. Al riguardo si può prendere visione dei due articoli di Mirjana Simundza, Messiaen’s rhythmical organisation and classical indian theory of rhythm per V International Review of the aesthetics and sociology of Music, vol. XVIII, 1987 e vol. XIX, 1988, delle monografie di Paul Griffiths, Olivier Messiaen and the Music of Time, London 1985, e di Harry Halbreich, Olivier Messiaen, Paris 1980; oltre che della
puntuale analisi di Roberto Fabbri, Olivier Messiaen e lo “charme des impossibilités”: “La fauvette des jardins”, in Rivista italiana di musicologia, Vol. XXIV, 1989.
Essendo il testo un fondamentale documento storico dell’evoluzione del linguaggio musicale contemporaneo, la traduzione è stata redatta in maniera da riproporne il più fedelmente possibile le contraddizioni e le aporie anche al costo di sacrificare la scorrevolezza della lettura.