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Questo saggio di Chiara Frugoni ripercorre la storia di un sentimento, quello cittadino, fermando l'attenzione su luoghi ed episodi emblematici. Suo ambito spazio-temporale è dapprima il mondo carolingio, quindi l'Italia di Milano, Verona, Modena, Napoli, San Gimignano, ma soprattutto di Siena, con il suo affresco del Buon e Mal Governo di Ambrogio Lorenzetti. L'indagine iconografica - documentata da un ampio apparato illustrativo - vuole chiarire a quali sentimenti risponda l'immagine della città nell'alto Medioevo, di quale società sia specchio il cerchio di mura vuoto. A scaturire da queste immagini è anzitutto il senso di insicurezza che spinge l'uomo del Medioevo a cingere la sua città di mura turrite, tangibile confine fra ordine e caos, fra spazio organizzato e natura selvaggia. E, come le mura urbane proteggono dal nemico, cosi i sacri muri delle chiese assicurano la difesa dello spirito: la chiesa, anch'essa sovente turrita, simboleggia l'idea di città, con un continuo trapasso dal concetto di difesa materiale a quello di difesa spirituale. L'esame parallelo dei testi (cronache e laudes civitatum) condotto da Chiara Frugoni rivela altresì come il rapporto fra la città e il proprio vescovo - nel quale essa spesso si identifica - favorisca una nuova presa di coscienza che la trasforma in luogo di incontro di cittadini e non di semplici abitanti.
Quando la visione religiosa o puramente protettiva si attenua, emerge a poco a poco un'ideologia laica, evidente ad esempio nella rivalutazione delle arti meccaniche, connessa al generale evolvere della vita politica e delle forme associative. Firenze affida allora il proprio volto al Campanile di S. Maria del Fiore, Perugia alla Fontana Maggiore, Siena all'affresco del Lorenzetti. In quest'ultimo grandioso manifesto politico l'immagine condensa in un fitto discorso la rassicurante visione del Governo dei Nove e le sue imperiose direttive in risposta a insofferenze e bisogni che la situazione agitata e mutevole ingenera. Una preziosa cronaca di parte della storia senese che l'autrice fa rivivere in modo suggestivo nell'ultimo, ampio capitolo in cui l'interpretazione dell'affresco viene condotta con criteri innovatori.