جزییات کتاب
Questo libro affronta alcuni dei quesiti su cui si gioca il rapporto tra percezione e rappresentazione – come mai alcune sostanze mostrano invarianze percettive evidenti, mentre altre sembrano dipendere dal soggetto percipiente? Perché il rosso è sempre, almeno grossomodo, rosso mentre la fenoltiourea può essere amara o assolutamente insapore a seconda di chi la assaggia? Che differenza passa tra il rosso e la fenoltiourea o tra la percezione di un Mondrian e quella di un Raffaello?L’indagine è guidata dalla convinzione che una posizione che legge la percezione come un puro e semplice antefatto dell’attività rappresentativa non è sostenibile. Per dimostrare questo punto il testo ripercorre brevemente la storia del rapporto tra percezione e rappresentazione rivisitandolo attraverso l’analisi di alcuni momenti salienti del dibattito filosofico moderno – il dialogo tra Molyneux e Locke e la riflessione di Berkeley – per poi seguirne l’evoluzione vagliando importanti esiti delle indagini delle neuro-scienze (soprattutto i lavori di Elizabeth Spelke e di Samir Zeki). Emergerà come le attività percettive e quelle rappresentative legate alla sfera dell’estetico gettino, a tutti gli effetti, una particolare luce su alcune, importanti, modalità della percezione e della rappresentazione ordinaria; di qui la scelta di mettere a confronto le posizioni di due autori – Ernst Gombrich e Rudolf Arnheim – che autorevolmente hanno affrontato tutti questi nodi speculativi proponendo soluzioni antipodiche. La tesi proposta nel lavoro emergerà proprio dal confronto teorico tra le scelte di Gombrich e quelle dei teorici della Gestalt: un bellissimo viaggio nel cuore delle cose, quelle percepite e quelle rappresentate che ha nell’estetica un interlocutore privilegiato.