جزییات کتاب
Ogni persona, che nell’infanzia abbia avuto qualche propensione per le letture fantastiche, conosce la scena davanti a cui si svolge questo libro. Siamo vicini alla casa della Lepre di Marzo.Sotto un albero, il Cappellaio matto, la Lepre e il Ghiro stanno seduti nell’angolo di un tavolo lunghissimo, sopra il quale si ammucchiano confusamente teiere, lattiere, pani di burro, qualche torta di frutta preparata dalla Regina di Cuori; e un numero infinito di tazze, che attendono non sappiamo quali invitati. In questo luogo, il tempo si è fermato. Mentre altrove continuano a inseguirsi i giorni e le notti, le primavere e gli inverni, davanti alla casa della Lepre di Marzo sono sempre le sei del pomeriggio: il tè è eternamente caldo nelle tazze, il burro, le torte e le marmellate sono freschissimi, come se qualcuno li avesse appena posati sulla tavola.Ubbidendo a chissà quale richiamo, giunge da ogni parte del mondo e da tutte le epoche della storia una moltitudine di avvenimenti e di persone, che occupa la scena di questo libro. Qui tornano a cadere le città e gli imperi del mondo: la ricca Micene, lampeggiante d’oro, di bronzo e d’avorio, cede ancora una volta all’assalto di misteriose orde armate di ferro; e Città del Messico mostra per un istante lo spettacolo delle sue strade, dei suoi porti, dei suoi acquedotti, dei suoi templi, delle sue fortezze, il lago formicolante di canoe e il mercato pieno di ogni merce d’America. Tutti i posti della lunga tavola sono occupati da una folla di gravi e amabili spettri: San Girolamo tenta di tradurre ogni sfumatura dell’incomprensibile parola di Dio, Campanella fantastica intorno alle macchie della Luna, al candore della Galassia e agli abitanti delle stelle: Baudelairesembra ancora il giovane, dalle labbra impudenti e dalla capigliatura raffaellesca, che attraversava come un principe in incognito il turbine di Parigi: Tolstoj contempla affascinato e angosciato « il gioco delle luci, il comico, il tragico, il commovente e il bello della vita »: Nietzsche è appena giunto dai suoi viaggi, dalle sue misere camere d’albergo, dagli abissi desolati dove abita la Verità e l’Enigma: Conrad insegue gli ultimi, deboli bagliori di luce, che non si lasciano travolgere dalla marea taciturna della tenebra: il giovane Proust, « con gli occhi allungati e bianchi come una mandorla fresca », discorre con la madre: Gadda confessa il « male oscuro » della propria anima: Kava- fis gioca col tempo e si addentra, pieno di desiderio, nel regno del passato, al quale strappa qualche delicata lapide d’aria: Fitz- gerald gioca ansiosamente con le ferite del proprio cuore: Borges con l’eternità, le spade, i labirinti, i libri, gli specchi, le biblioteche, i cataloghi... Tra questi invitati, che in vita non si conobbero o si lessero a distanza di secoli, corrono adesso relazioni insospettate. Le loro parole si rispecchiano l’una nell’altra; e, alla fine, tutte le voci echeggiano come una voce sola, tutti i libri paiono scritti da un’unica mano che cela indefinitamente se stessa.Chi ha convocato questa folla molteplice? Chi tenta di raccogliere le immagini dei romanzieri e dei poeti? Dietro un albero o seduto a un angolo della lunga tavola, il padrone di casa - l’apparente autore di questo libro - si nasconde: ora contraffà le parole di un grande vicino, ora si dissimula tra i minori e i minimi, ora indossa le vesti della Tragedia o della Commedia: ora svanisce lentamente nell’aria, come il sorriso senza corpo e senza volto del gatto del Cheshire.